Top
a

Io Calabria Magazine

  /  Gli specialisti rispondono   /  Chiedi all'ostetrica   /  Dolore, costipazione e difficoltà nella defecazione? Probabilmente parliamo di rettocele. Vediamo cos’è e come si cura

Dolore, costipazione e difficoltà nella defecazione? Probabilmente parliamo di rettocele. Vediamo cos’è e come si cura

I l rettocele è lo scivolamento totale o parziale della parete dell’intestino retto dalla sua sede anatomica. Il rettocele anteriore è un disturbo prevalentemente femminile: si verifica quando il setto rettovaginale, cioè il sottile strato di tessuto che separa il retto dalla vagina, si allenta e si forma una sacca estroflessa (ernia) nella parete del retto che invade il canale vaginale.
Nell’uomo il rettocele anteriore è molto più raro, grazie alla posizione della prostata, ma può verificarsi il rettocele posteriore, ovvero il prolasso della parete posteriore del retto.
Alcune condizioni possono aumentare il rischio di sviluppare un rettocele, tra cui stitichezza cronica, tosse cronica, e qualsiasi attività che possa causare pressione sul pavimento pelvico. Una donna con un rettocele è anche probabile che abbia condizioni correlate, tra cui un cistocele (ossia un rigonfiamento anormale della vescica attraverso una debolezza nella parete vaginale anteriore) e prolasso uterino (cedimento anomalo dell’utero nella vagina a causa della perdita del suo supporto pelvico). Altri organi pelvici possono protrudere nella vagina, compresi la vescica (cistocele) e l’intestino tenue (enterocele), provocando dei problemi molto simili.

Il rettocele è classificato a seconda delle dimensioni del prolasso rettale:
• rettocele di primo grado: quando la protrusione è minore di 2 cm;
• rettocele di secondo grado: quando la protrusione è compresa tra 2 e 4 cm;
• rettocele di terzo grado: quando la protrusione è maggiore di 4 cm (in questo caso il retto può fuoriuscire parzialmente dalla vagina).
• In molti casi il rettocele è associato al prolasso di altri organi pelvici, come la vescica (cistocele), l’utero (isterocele) o l’intestino tenue (enterocele).

 

QUALI SONO I SINTOMI DEL RETTOCELE?

 

I sintomi del rettocele anteriore e posteriore sono diversi a seconda della severità del prolasso. Il rettocele di primo grado è spesso asintomatico e può essere diagnosticato nel corso di una valutazione del pavimento pelvico eseguita da un’ostetrica specializzata.
In caso di rettocele di secondo o terzo grado il sintomo più frequente è l’ostruita defecazione, cioè la difficoltà di evacuazione, e la sensazione di mancato svuotamento del retto.

Inoltre, in caso di rettocele anteriore nella donna possono manifestarsi:
• dolore durante i rapporti sessuali;
• sanguinamento della vagina;
• sensazione di una massa all’interno della vagina, che può sporgere attraverso l’orifizio vaginale.

I sintomi rettali di rettocele includono:
• difficoltà nella defecazione;
• feci che rimangono bloccate nel rettocele;
• necessità di spingere la vagina, o lo spazio tra la vagina e il retto, per poter evacuare;
• sforzo per evacuare;
• urgenza di defecare più volte al giorno;
• costipazione;
• dolore rettale.

 

QUALI SONO LE CAUSE DEL RETTOCELE?

 

Le cause del rettocele solitamente sono l’assottigliamento del setto rettovaginale e l’indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico.

Queste condizioni possono presentarsi a causa dell’invecchiamento, di una predisposizione genetica e di altri fattori, come:
• parto naturale, travaglio prolungato, grandi dimensioni del feto;
• procedure traumatiche connesse con il parto, come l’uso del forcipe o della ventosa, una lacerazione vaginale o l’episiotomia (la piccola incisione tra vagina e ano che può essere effettuata appena prima dell’espulsione del feto);
• stitichezza cronica;
• sollevamento frequente di oggetti pesanti;
• tosse cronica;
• obesità;
• interventi chirurgici ginecologici o rettali, prostatectomia (rimozione totale o parziale della prostata);
• chirurgia ginecologica o rettale che non abbia tenuto conto delle formazioni muscolari che compongono il pavimento pelvico.
• menopausa.

 

COME SI CURA IL RETTOCELE?

 

La terapia del rettocele dipende dalla sintomatologia. Quando i disturbi sono lievi e sopportabili, generalmente sono richiesti controlli periodici e vengono consigliati una dieta ricca di fibre e liquidi e il rafforzamento dei muscoli del pavimento pelvico con biofeedback, una terapia fisica che aiuta a migliorare la coordinazione dei muscoli perineali. In alcuni casi può essere utile l’inserimento in vagina di un pessario, un dispositivo a forma di anello che sostiene i tessuti.
L’intervento chirurgico di rettocele può essere necessario se i sintomi sono molto fastidiosi e invalidanti o se il rettocele anteriore è ampio e il prolasso fuoriesce dalla vagina.

 

IL RETTOCELE SI PUÒ PREVENIRE?

 

Nella maggior parte dei casi il rettocele non è prevenibile, ma alcuni accorgimenti possono ridurne il rischio o evitare il peggioramento del prolasso:
• fare una valutazione del pavimento pelvico soprattutto dopo il parto è molto consigliato;
• prevenire la stitichezza con un’alimentazione adeguata;
• evitare quando possibile di sollevare oggetti pesanti;
• seguire un trattamento adeguato contro la tosse cronica.

Teresa Mastrota, Ostetrica dal 2012, ha intrapreso da subito l’attività di libero professionista operando a sostegno del benessere femminile dalla pubertà alla menopausa, delle famiglie con assistenza a gravidanze fisiologiche, travagli, puerperi e del neonato fino al primo anno di vita in tutto il territorio calabrese. Dal 2016 si è specializzata in rieducazione e riabilitazione perineale presso l’università Luigi Vanvitelli di Napoli.