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Erika Lust

Reclama il tuo corpo grasso e fai sesso con lui

U no dei grandi tabù che riguardano i corpi grassi è il sesso. Come può un corpo grasso essere attraente? Desiderabile?
Non lo è! Se lo si guarda con un filtro grassofobico non può esserlo. Perché la persona che abita quel corpo non avrà voce, intelligenza, carisma, fascino, sorriso, sarà solo un accumulo di grasso, cellulite, qualcosa da mimetizzare, abbellire, ridimensionare.

 

Ma facciamo ordine! Cosa vuol dire grassofia?

 

Per grassofobia, o fat shaming, si intende il disprezzo – bonario e non – verso le persone grasse che si manifesta a più livelli: dai commenti non richiesti e offensivi e spesso pungenti e fuori luogo, a vere e proprie discriminazioni sul piano sociale, medico, istituzionale, che portano a una penalizzazione ed esclusione dei soggetti in sovrappeso. Comprende sia la percezione negativa del grasso, la paura anche di diventare grassi, che il pregiudizio verso chi lo è. Secondo questi pregiudizi le persone grasse sono pigre, ingorde, sporche, poco professionali, non in salute, senza autocontrollo, dipinte come disgustose, ridicole o come casi umani da compiangere, questo anche a causa della rappresentazione mediatica che ne viene fatta.

 

Sessualità e grassofobia

 

Nel sesso accade spesso che le persone grasse si ritrovino dentro un quadro di relazioni e appuntamenti che subiscono un immediato primo condizionamento (incoraggiato da sé è da altri) “bisogna accontentarsi”, dare per scontato che si dovrebbe essere grate dell’attenzione ricevuta.
Questo perché la bellezza femminile è sempre stata la prima condizione di partenza per poter valere come donna. Corpi sinuosi, silhouette asciutte, gambe lunghe, capelli fluenti, giovinezza eterna: per poter essere considerate sessualmente valide le donne devono essere poste al vaglio dello sguardo maschile e di ciò che viene “normalmente” considerato bello e attraente.

 

<<Il modo in cui ci rapportiamo all’idea della grassezza è inculcato, ma anche attivato dalle nostre modalità di interazione con esso. Quando ci valutiamo in relazione a ciò che ci è stato insegnato essere indesiderabile, rinforziamo l’idea le diamo una sostanza più solida che passa dai nostri gesti, dalle nostre azioni alle nostre relazioni con l’altro. E come sempre, nel mezzo del processo oppressivo, chi si ritrova destinatario dell’agire sociale coercitivo viene cancellato, oggettificato o infantilizzato per non riconoscere che la sua sola esistenza è già una forma di resistenza>> dice Giulia Paganelli, antropologa e storica (su Ig @Evastaizitta), autrice del libro Corpi ribelli. Storie umane di rivoluzione edito da Sperling & Kupfer

 

 

Accettare il proprio corpo quindi è la soluzione?

 

Il problema delle persone grasse all’interno della società non si basa sul livello di amore che provano per sé stesse, perché l’amore che sentono o meno guardandosi allo specchio non andrà ad eliminare le discriminazioni che subiscono giornalmente, ovvero come le persone sovrappeso vengano sistematicamente stigmatizzate, stereotipate e denigrate in quasi ogni aspetto della loro vita.

Per quello che riguarda la sessualità delle persone e donne grasse, potrebbe essere utile creare un immaginario erotico. La pornografia femminista ad esempio, cambia lo sguardo sui corpi e sulla sessualità. Un esempio è il progetto XConfessions dove Erika Lust raccoglie short film di registe che condividono i suoi valori a partire dai sogni erotici di persone comini. <<È importante capire che il porno ha il potere di liberare!>> spiega Erika Lust, <<Se nei nostri film mostriamo la diversità, la persone vi si rispecchieranno, si vedranno fare sesso e impareranno anche a riconoscere che la sessualità esiste in una vasta gamma. Senza i valori tossici di un certo tipo di porno>>.

Giornalista ed imprenditrice, esperta in tematiche riguardanti gli stereotipi di genere nella medicina. Titolare del centro Io Calabria e Direttrice di Io Calabria Magazine