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Vivere nel passato è scegliere di morire nel presente negandosi la possibilità di poter godere di un futuro migliore?

V ivere nel passato significa non solo occupare spazio e tempo in un presente confuso, ma anche perdere numerose opportunità, che potrebbero nutrire e lenire ferite profonde e aiutare a guardarsi indietro con più senso critico, verso sé e verso gli altri.
Quando le ferite emotive di ieri si insinuano in una crepa di dolore latente e non si elaborano, risulta faticoso porre la propria attenzione nel qui e ora quando la mente si rifugia (e rimugina) negli mondi passati.

 

Cosa significa vivere nel passato?

 

Quando ci rifugiamo in un tempo lontano, il passato torna come un’ossessione, influenzando comportamenti, pensieri, emozioni e scelte. È un fantasma che distoglie l’attenzione e l’energia che potremmo impiegare nella quotidianità e, silenziosamente, imbriglia lega e incatena.
“Viaggiare” tante volte al giorno in un tempo e in uno spazio che non esistono più, è tempo perso, sono occasioni sprecate e possibilità ignorate nel qui e ora. Così facendo si è assenti, distratti, con la testa in un altro mondo, senza il minimo interesse per ciò che ci circonda e l’unica e assoluta attenzione viene data a chi si era, a ciò che si aveva, a ciò che si è perduto.
Perdite, delusioni, sogni frustrati, amori indimenticabili e persino infanzie stroncate da traumi. 
Si vive nel passato quando si prova sempre tristezza per quello ieri ormai andato. È comune, inoltre, arrabbiarsi e avere scatti di ira. Allo stesso modo, si ha la sensazione che nessuno possa capirci o conoscere la nostra realtà personale; il tutto genera una sensazione di solitudine.

 

È difficile instaurare relazioni soddisfacenti e significative

 

Chi vive nel passato riserva tutte le energie in esso e distoglie lo sguardo dal qui e ora, in cui accade quello che conta davvero. Non possiamo essere bravi partner o buoni amici quando siamo prigionieri di uno ieri che ci impedisce di amare chi ci circonda oggi. Questo ci porta a instaurare relazioni a breve termine, a continui rimproveri e all’inevitabile solitudine.
Un segnale inevitabile quando viviamo nel passato è la resistenza al cambiamento. L’attaccamento psico-emotivo allo ieri è così patologico da vivere ogni variazione come una minaccia. Il semplice fatto che qualcosa cambi di giorno in giorno viene vissuto come una perdita, una violazione della propria sicurezza.

 

Perché si resta intrappolati nel passato?

 

Molte persone trasformano il passato nel proprio presente, rifiutandosi di accettare la realtà e vivendo la vita in modo passivo: il tempo resta immobile. Ci sono tanti motivi per cui si sceglie di rifugiarsi nel passato, per esempio:
• un amore dal quale non ci si riesce a separare;
• uno status sociale che si possedeva e che, per diverse vicissitudini, non ci appartiene più;
• un evento traumatico che ha rotto l’equilibrio e che ha generato un’angoscia alla quale si continua a tornare con la mente;
• un aspetto dell’identità ormai passato che è rimasto idealizzato, a cui non si può rinunciare e che non fa più parte di noi nel presente come la gioventù, l’aspetto o le capacità fisiche.

Tutti possiamo avere nostalgia del passato, ma è importante distinguere questo sentimento dall’ossessione di tornare sempre indietro. Ci sono alcuni segnali che possono evidenziare la difficoltà lasciarsi il passato alle spalle:
• il passato occupa più spazio del presente nei pensieri e nelle conversazioni;
• si idealizzano le qualità di una persona o gli aspetti di circostanze passate, riducendone al minimo quelli negativi;
• si rimugina sui singoli dettagli di un episodio, di ogni scena, trasformando il ricordo in un’ossessione;
• si rimane bloccati di fronte alle occasioni che si presentano;
• non ci si sente pronti o capaci di affrontare le nuove situazioni.

 

Il passato come risorsa preziosa

 

Riversare pienamente tutte le energie e lo sguardo indietro indica la paura del presente, del divenire incerto della vita, dell’imprevisto: aggrapparsi al passato diventa così rifugio sicuro, anche se il prezzo è la sofferenza del “risveglio”.
La soluzione non è cancellare il passato, perché la nostra storia costituisce la nostra identità. Si tratta, piuttosto, di accettare il passato e dedicarsi alla costruzione del presente. Occorre intendere il passato come ricchezza, esperienza che insegna tanto e che non perderemo mai perché si rivela una risorsa preziosa e può aiutare a migliorare la nostra condizione di esseri umani.
Tornare nel presente significa riaprire il proprio sguardo al futuro, in vista di nuove possibilità non ancora conosciute.

 

Il passato insegna a vivere il presente in vista del futuro

 

Avere sempre il passato come paragone di tutto ciò che accade non consente di conoscere realmente il contesto, di dare reale attenzione ed ascolto alle persone che ci circondano, opportunità alle occasioni che si potrebbero presentare dinnanzi a noi. Se si riconosce un’impossibilità di uscire da tale situazione, una sofferenza e un malessere che impediscono di vivere una vita gioiosa ed aprirsi a nuove opportunità, l’incontro con un professionista può orientare a trovare la strada giusta per superare questo blocco e rompere le catene strette e dolorose del passato.

 

 

credit: lamenteemeravigliosa.it | unobravo.com

Giornalista, direttirice e fondatrice di Io Calabria Magazine e Io Calabria Cosenza. Da sempre ho esplorato, indagato e lavorato con il "femminile" nelle sue svariate espressioni di vita. Culturali, di genere, imprenditoriali.