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Donne, violenza e ’ndrangheta. Metodi, storie e politiche di Sabrina Garofalo

T orna il festival culturale di Io Calabria Magazine “Che non sia solo il 25 Novembre” contro la violenza sulle donne, con la sua seconda edizione. Il focus, quest’anno, sarà interamente centrato sul dibattito che scaturisce da quell’attenta analisi sul posto che la medicina di genere e il benessere sessuale femminile occupano ma, come sappiamo bene, i risvolti non rimangono limitati alla sfera sanitaria poiché le ricadute sociali sono molteplici, proprio in virtù del fatto che la sessualità è da considerarsi a tutti gli effetti come questione politica e sociale. Una questione che trascende la normalità del nostro vissuto e si ritrova, anche, in contesti mafiosi in cui le dinamiche di potere e di violenza di genere annullano completamente la donna in quanto persona.

 

Per il primo appuntamento di questo mese, precisamente venerdì 10 novembre, incontreremo Sabrina Garofalo con il suo ultimo libro Donne, violenza e ‘ndrangheta Metodi, storie e politiche edito da Novalogos.

 

Il libro

<<Le donne rappresentano il cosmo narrativo di coloro che sono state poco riconosciute nelle analisi sulle mafie orientando quindi precise scelte metodologiche. Riconoscere le donne in quello che è possibile definire come “campo mafioso”, i loro ruoli e le loro strategie, è un esempio di come sia possibile ascoltare la storia attraverso le altre voci, rintracciando anche i silenzi e le assenze che diventano visibili.>>

 

Questo libro è una lente d’ingrandimento mirata sulla condizione della donna all’interno dei contesti mafiosi che avvelenano la nostra terra (e non solo) partendo da un’analisi di immaginari e stereotipi che formano le trame della ‘ndrangheta e annullano la donna come individuo libero di scegliere, relegandola a mera proprietà, merce di scambio o pedina che sia. Scomporre e ricomporre la soggettività all’interno di una specifica organizzazione di potere mette in evidenza le forme quotidiane di dominio << che lega costantemente il territorio e i corpi, in relazioni dialettiche tra personale e politico>> partendo dalla necessità di rievocare, contestualmente, i vissuti e le violazioni dei diritti e delle libertà delle donne. Per l’esattezza, di quelle donne, conosciute ai più negli ultimi anni, come Maria Chindamo, Barbara Corvi, Simona Napoli, Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola, Giuseppina Pesce, Denise Cosco che sono state <<esemplarmente punite per essersi sottratte al potere delle famiglie>> oppure << sono riuscite a cambiare vita scomparendo ufficialmente dal mondo, sotto la protezione dello Stato>>.

Una serie di raccolte biografiche e racconti di vita che mettono in luce la violenza che si esercita direttamente sui corpi attraverso schemi di percezione e azione fondativi degli habitus che, come meccanismo di studio sulle mafie , sottolineano la responsabilità di chi ascolta e l’importanza di dar voce a chi nella storia è stato, a priori, escluso dai processi di riconoscimento.

La scelta di utilizzare le biografie e i racconti di vita, per approfondire le dinamiche e le esperienze espulsive, riescono ad avvicinarci al dibattito, sempre più attuale, delle donne e la ’ndrangheta, delle generalizzazioni sulla loro possibilità di scegliere di andarsene e sul loro opprimente status di figlie di, madri di, mogli di. Sono prospettive che minano i modelli preimpostati e gli stereotipi dannosi in cui siamo abituati a considerarle.

 

<<L’essere e diventare individui e, nel caso specifico, individue è rivoluzionario in alcuni contesti, laddove prevale il condizionamento di un certo tipo di approccio culturale.>>

 

La codifica in storie reali rende, a sua volta, reale la donna e la pone in netto contrasto con la violenza maschile di questo contesto e foriera di quel cambiamento reale di cui abbiamo bisogno.
Violenza maschile che si traduce in violenza domestica e totale controllo da parte delle famiglie, che limita la libertà di azione e movimento sociale della donna rovesciandole addosso disprezzo e disonore, punendole per il semplice fatto di essere rinate come donne antagoniste del potere mafioso.

 

L’autrice

Sabrina Garofalo, dottora di ricerca in “Politica, società e cultura”, componente del comitato scientifico del Centro di Women’s Studies Milly Villa dell’Università della Calabria. Tra i principali interessi di ricerca si segnalano gli studi su genere e migrazioni nel Mediterraneo e gli studi sulla criminalità organizzata di stampo mafioso, con particolare riferimento al tema delle donne nei contesti di ’ndrangheta. Consulente dell’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose e l’illegalità della regione Umbria, si occupa di politiche di prevenzione e contrasto alle mafie. Tra le pubblicazioni Messaggi nella bottiglia. Percorsi di donne migranti nel Mediterraneo (Aracne 2012); Onore e dignitudine. Storie di donne e uomini in terra di ’ndrangheta (Falco 2015); Sulle tracce dell’antindrangheta (Le Pecore nere 2021).

 

Marta Maiolo nasce il 30/04/1990 . Originaria di Caulonia ,uno dei tanti paesini della Locride ,in provincia di Reggio Calabria . Dottoressa in Sc. Politiche presso l'Università della Calabria