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Arriva a Cosenza il Pronto Soccorso Psicologico (perché andare dallo psicologo non è una vergogna)

S econdo un sondaggio dell’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) il 70% degli italiani considera inutile andare dallo psicologo. Permane la resistenza granitica del “bisogna farcela da soli”, l’errata convinzione che parlarne con amici e familiari sia lo stesso, o addirittura lo stereotipo dello psicologo-strizzacervelli utile solo per i “pazzi”.

Per capire la ritrosia degli italiani nei confronti della figura dello psicologo è innanzitutto necessario analizzare le statistiche che riguardano chi ha invece intrapreso una terapia. Da un’indagine fatta dall’Enpap (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi) sulle prestazioni psicologiche, è interessare notare come la propensione a rivolgersi a uno psicologo aumenti con il crescere del titolo di studio: il 14,8% dei laureati contro il 7,4% dei diplomati alla scuola media superiore, e solo l’1,2% di coloro che hanno la licenza elementare. L’analisi di questi dati comunque non è di facile interpretazione. Inizialmente verrebbe spontaneo concentrarsi sulla questione economica. Eppure andare dallo psicologo non vuol dire per forza sborsare cifre esorbitanti a ogni seduta: ci sono diverse alternative allo studio privato, come recarsi alla Asl, in ospedale o in un consultorio, ottenendo servizi di qualità alla portata di tutti.

 

Perché ci si vergogna di andare dallo psicologo?

 

Questa purtroppo è una conseguenza di quel clima di sospetto, persino misto ad esoterismo alle volte, che aleggia intorno alla figura dello Psicologo, conosciuto più per derivazione cinematografica o attraverso il racconto di amici, con tutte le esagerazioni ed esasperazioni che lo accompagnano, che per esperienza diretta. Dunque, fino a qualche anno fa, erano davvero poche le persone che pur avendone necessità, si rivolgevano allo Psicologo, e quei pochi erano molto attenti a non raccontarlo, quasi potesse essere fonte di vergogna o giudizio.

L’ultimo tabù che rimane da superare, con ogni probabilità, è quello legato alla convinzione che i problemi psicologici si possano risolvere con “auto-analisi” e pazienza, cavalcando la ben nota affermazione “in fondo sono un po’ psicologo anch’io”; questo è certamente vero, nella misura in cui il porsi domande, il riflettere sulla propria mente in modo curioso e non giudicante, la consapevolezza di quelli che sono i modi che la nostra mente ha di funzionare, sono tutti aspetti che davvero ci rendono un po’ tutti Psicologi. Il passo successivo, è non ridurre questa consapevolezza ad un monologo intimo e personale, ma evolverlo in un dialogo, con un professionista che con qualche strumento in più possa aiutarci a valorizzare la conoscenza che abbiamo di noi stessi.

 

Psicologo: come capire quando chiedere aiuto

 

La diffusione della pandemia da COVID che nel 2019 è entrata nelle nostre vite con la potenza e la velocità di uno tsunami, ha portato con sé uno stravolgimento degli stili di vita quotidiani e delle dinamiche relazionali costringendo tutti, giovani, anziani, adulti, bambini, a cambiare le proprie abitudini di vita. In particolare, le restrizioni adottate a seguito dell’emergenza sanitaria che ha coinvolto l’intera popolazione e, non ultima, la chiusura delle scuole con l’introduzione della didattica a distanza, hanno stravolto le abitudini dei giovani, limitando al minimo ogni possibilità di socializzazione.

A causa dello stato di emergenza scatenato da questo invisibile virus, ci siamo trovati a vivere una condizione unica e inaspettata che se da un lato mirava a proteggere l’individuo dall’epidemia, dall’altro ha insinuato paura e angoscia per il presente e per il futuro. Ciò ha comportato inevitabilmente un malessere generale.

Ora più che mai, in un momento storico fatto di paure ed incertezze, può capitare ad ognuno di noi di ritrovarsi in un improvviso stato di malessere emotivo. Da qui nasce l’idea di avviare un Pronto Soccorso Psicologico, un servizio rivolto a tutti i cittadini che sarà attivo su appuntamento presso la sede di IO CALABRIA a Cosenza.
Si tratta di uno sportello di counseling psicologico a tariffa agevolata (40 euro) rivolto a chi sta attraversando un malessere momentaneo o una percepita emergenza emotiva.

Il counseling psicologico è un intervento solitamente breve e con obiettivi focalizzati. Un colloquio di supporto che pone al centro dell’attenzione l’analisi della situazione problematica attuale portata dal soggetto, con lo scopo di orientare, sostenere e accrescere le risorse della persona, stimolando le capacità di scelta e promuovendo atteggiamenti funzionali al proprio benessere.
Il colloquio sarà incentrato sulle modalità con cui le persone percepiscono le difficoltà, come reagiscono e quali tentate soluzioni mettono in atto. L’obiettivo è quello di guidare l’interlocutore (attraverso tecniche di problem solving strategico) a scoprire nuove prospettive facilitando il raggiungimento di un obiettivo o la risoluzione di un problema.

L’incontro sarà suddiviso in più fasi:

Una pre-sessione, in cui verrà consegnato un questionario di accoglienza per avere informazioni generali sulla persona e sull’obiettivo del colloquio.
Colloquio vero e proprio, in cui si accoglie la richiesta dell’utente e si definiscono insieme il problema e l’obiettivo, indagando le tentate soluzioni e le risorse già presenti.
Chiusura, restituzione ed eventuali prescrizioni da mettere in atto nei giorni successivi.
Follow-up: verrà richiesto un feedback per valutare la necessità di un nuovo appuntamento.

Due le parole chiave del Pronto Soccorso Psicologico: emergenza emotiva e benessere.

L’idea è quella di permettere all’utente che si rivolge a noi entrando con un pensiero, un’emozione che lo disturba, di uscire con un senso di leggerezza.

 

Pronto Soccorso Psicologico Io Calabria: A chi è rivolto?

 

 

A chiunque stia vivendo un momento ingarbugliato nella propria vita e abbia il desiderio di cambiare prospettiva.
A chiunque stia attraversando un momento di difficoltà o confusione.
A chiunque percepisca una sensazione di malessere momentaneo o percepita emergenza emotiva.
In Italia e, soprattutto al sud, ci sono ancora molti pregiudizi legati alla figura dello psicologo ma negli ultimi due anni, complice l’epidemia da coronavirus, le persone hanno notato un notevole aumento della sofferenza emotiva: sbalzi d’umore, stati d’ansia, paura e angoscia nei confronti del futuro, assenza di progetti, apatia, utilizzo smodato di internet, dipendenza dal cibo e molto altro ancora.
Si è dunque capito quanto sia importante chiedere aiuto, poter contare su una figura di riferimento che ci permetta di osservare la vita da un’altra prospettiva in un’ ottica di cambiamento.

Come diceva Marcel Proust “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Il viaggio, infatti, è prima di tutto un’esperienza del cuore e della mente, prima ancora che del corpo.