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Tic Tac, Tic Tac… problematiche, malesseri diffusi e come il nostro intestino può regolare la qualità della vita

C iò che mangiamo ha la capacità di influenzare la nostra quotidianità e di condizionare il benessere del nostro intestino. Questo è dovuto al fatto che, sostanzialmente, l’intestino è il nostro secondo cervello e ogni suo sbalzo o disequilibro si ripercuotersi in tutto il nostro organismo.

Il nostro intestino è dotato di una propria rete neuronale i cui scopi principali sono:
– regolare le funzioni fisiologiche dell’intestino;
– modulare la comunicazione tra l’intestino e il sistema nervoso centrale;
– trasmettere e ricevere segnali e stimoli in relazione a sensazioni e stati d’animo interni ed esterni.

Quindi cervello e intestino, nonostante siano autonomi, sono in continua comunicazione e tra di loro e con gli altri organi. Motivo per cui l’emotività e alcuni malesseri psicologici possono ripercuotersi sul sistema gastrointestinale. Questo fa sì che l’intestino si possa considerare a tutti gli effetti parte del sistema nervoso autonomo.

Ci spiega la Dott.ssa Iolanda Frangella, Biologo Nutrizionista : “ L’intestino è un organo sofisticato e la flora batterica in esso contenuta interviene in molte funzioni corporee, dalla creazione di vitamine al controllo del nostro sistema immunitario, funzione cerebrale, metabolismo e peso corporeo.
E’ importante che la composizione del nostro microbiota intestinale sia diversificata poiché la perdita di questa diversificazione, unita alla comparsa di squilibri tra le proporzioni dei ceppi batterici, può dare luogo ad una disbiosi, condizione associata ad una vasta gamma di disturbi.
Ciò che mangiamo può selezionare alcune famiglie batteriche a scapito di altre: il cibo che arriva nell’intestino costituisce infatti nutrimento per i batteri.

I batteri all’interno del nostro intestino possono, quindi, essere la causa di una serie di disturbi gastrointestinali di una certa rilevanza, ma non solo la sola causa scatenante. Anche infezioni virali o patologie croniche, lo stress o una dieta non del tutto idonea possono incidere sulla salute di stomaco e intestino. Purtroppo, diversi farmaci concorrono all’alterazione del buon funzionamento dell’apparato e le cure per il disturbo saranno inevitabilmente diverse in base alla causa scatenante.

Per l’esattezza
:
– i virus sono tra le principali cause di disturbi gastrointestinali improvvisi. Comunemente si parla di gastroenterite virale, più frequente nei mesi più freddi dell’anno;
– i parassiti, come i vermi intestinali, che spesso infettano l’uomo attraverso gli alimenti o l’acqua contaminata. Parliamo della Giardia, la Taenia o l’Anisakis, quest’ultimo associato all’assunzione di pesce crudo;
– Assunzione di determinati farmaci, in particolare antibiotici che attaccano anche i microrganismi fondamentali al buon funzionamento dell’intestino. Danno effetti simili anche chemioterapici, antiacidi con magnesio, farmaci contro i parassiti, lassativi e alcuni antinfiammatori;
malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI)come la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn;
intolleranze alimentari danno sintomi gastrointestinali perché l’intestino non riesce a tollerare alcuni cibi o sostanze in essi contenute. Tra le più diffuse c’è l’intolleranza al lattosio.
celiachia, che in quanto malattia infiammatoria cronica dell’intestino, è caratterizzata da un quadro clinico molto variabile, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extra intestinali, alla associazione con altre malattie autoimmuni;
-dieta: pienezza di stomaco, gonfiore e stipsi sono alcuni segnali che possono far pensare a un’alimentazione non adeguata che può incidere sul benessere dell’addome, così come una dieta povera di fibre non agevole il transito intestinale;
stili di vita scorretti, l’ansia o la paura oppure stress psicofisico hanno un effetto deleterio sulla digestione;
batteri: Ultimi ma non certo di minore importanza. Colpiscono stomaco o e tra i più noti, ci sono l’Helicobacter pylori, la Salmonella, l’Escherichia coli o il Campylobacter, che possono dare sintomi diversi: il primo genera più problematiche allo stomaco, mentre gli altri portano perlopiù diarrea. Anche se possono colpire in ogni momento dell’anno, le infezioni batteriche si verificano con maggior prevalenza a maggio e a settembre.

Come abbiamo potuto vedere, quindi, le cause dei disturbi intestinali possono essere varie, ma la costante, in particolare quando è presente il sintomo della diarrea, è il coinvolgimento della barriera intestinale, che può risultare alterata. Quando questo accade, la sua permeabilità è compromessa e di conseguenza lo sono anche le sue funzioni, come l’assorbimento dei nutrienti e la protezione da sostanze potenzialmente pericolose che possono così oltrepassarla.

Se l’intestino sta male, a noi cosa succede?

 

Gonfiore, dolori allo stomaco, fastidio alla gola, acidità, diarree croniche o stipsi, flatulenza, nausea, coliche addominali, perdita preoccupante di peso sono solo alcuni dei disturbi gastrointestinali più diffusi in Italia e questo genere di disturbi è di origine funzionale, ovvero non si riscontra alcuna patologia, alcun danno organico documentabile, nonostante il disturbo sia per molti invalidante.
I disturbi funzionali, FGIDs – Funcional Gastro Intestinal Disorders, per l’esattezza sono quei disturbi che vanno ad alterare il benessere di tutto l’apparato digerente (esofago, stomaco, intestino tenue e colon, vie biliari), tra i sintomi più comuni troviamo: bruciore di stomaco, difficoltà digestive, dolori addominali, gonfiore e meteorismo, diarrea, ma non solo. I disturbi funzionali possono manifestarsi anche attraverso sintomi non attinenti all’apparato digerente, come ad esempio il dolore toracico, o la tosse secca, l’alitosi, la cefalea, certe forme di sinusiti e otiti che possono essere collegati a problemi di gastrointestinali, in primis il reflusso. Il disturbo funzionale è quindi un disturbo di regolazione, ovvero, quando l’organismo non riesce a rispondere adeguatamente a uno stimolo ha luogo uno squilibrio impercettibile che è l’anticipazione della patologia destinata a scatenarsi successivamente.

E questo porta a una diffusione dei disturbi gastrointestinali livello mondiale: ne soffre circa un terzo della popolazione del mondo.
In Italia le diverse patologie gastrointestinali colpiscono addirittura l’89,6%. Dati Istat ci dicono che in  particolare: bruciore di stomaco (36,8%), dolore addominale (32,4%), gonfiore e meteorismo (28,1%), diarrea (27,1%), difficoltà digestive (25,7%) e stitichezza (25,4%) sono quelli più ricorrenti.

Ma cosa si può fare?

 

Ognuno di noi è diverso dall’altro e così lo sarà anche il nostro intestino e la sensibilità che ha in rapporto a tutte la cause “esterne” sopracitate.
Ma esistono delle regole basi che tutt Ə noi possiamo seguire per prevenire disturbi funzionali?
La Dott.ssa Frangella consiglia di:
Evitare, dunque, di consumare sempre gli stessi alimenti, sempre la stessa verdura, soprattutto se non di stagione, può essere un inizio. Un cambiamento drastico delle abitudini alimentari inizia a dare i suoi primi effetti sulle famiglie batteriche già nel giro di 24 ore per poi giungere a modifiche definitive nei giorni successivi se le abitudini sono mantenute.
Immaginate che in caso di obesità e presenza di disbiosi pare vi sia proliferazione di famiglie batteriche in grado di trasformare la fibra in glucosio e utilizzarla a scopo energetico.
È importante mantenere in salute il nostro intestino e non trascurare per troppo tempo problematiche come stipsi, diarrea, gonfiore addominale, cattiva digestione. Disbiosi o alterazione della permeabilità della membrana intestinale potrebbero causare anche problematiche extra – intestinali come stanchezza eccessiva, cefalea, infezioni urinarie e vaginali, dolori articolari, problemi dermatologici, alterazioni dello stato d’umore ecc.

Le problematiche intestinali sono un mondo complesso, talvolta di non semplice risoluzione. L’alimentazione deve essere personalizzata in base alla problematica e una volta escluse o appurate patologie con uno specialista medico, si potrà inquadrare il caso e cucire delle indicazioni alimentari che tengano conto dei fattori a monte. Esempio calzante sono i casi di stipsi o di gonfiore addominale che si manifestano diversamente da persona a persona. La stipsi potrebbe essere ipertonica o atonica e il gonfiore dipendere da un eccesso di carboidrati/fibra o da una difficoltà nel digerire i grassi. Le possibilità sono molte e utilizzare il cibo per lavorare non solo sul sintomo ma anche su cosa lo causi può dare grandi risultati.
Se hai una problematica intestinale e vuoi provare a cambiare alimentazione, inizia da piccoli step: appunta per qualche giorno ciò che consumi con relativi sintomi e inizia a chiederti ma io mastico bene?”

Marta Maiolo nasce il 30/04/1990 . Originaria di Caulonia ,uno dei tanti paesini della Locride ,in provincia di Reggio Calabria . Dottoressa in Sc. Politiche presso l'Università della Calabria