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Perdite vaginali: quando sono fisiologiche e quando invece sono patologiche?

N ella grande maggioranza dei casi, le perdite vaginali sono un fenomeno fisiologico che si presenta in vari momenti della vita di una donna: il muco vaginale, che comporta le classiche perdite bianche, viene secreto dal collo dell’utero, o cervice uterina, in modo del tutto naturale e quindi non deve essere motivo di preoccupazione.

Attenzione: Il muco vaginale non viene secreto dalla vagina! che è priva di ghiandole secretorie, ma dalla cervice uterina (il collo dell’utero). L’espressione più corretta è infatti “muco cervicale”. In condizioni fisiologiche, questa sostanza gelatinosa è costituita da acqua, sali minerali, proteine ed enzimi. Ha la funzione di impedire il passaggio di batteri dalla vagina all’utero, e di facilitare il passaggio degli spermatozoi, al fine del concepimento. Quando l’ovulazione è lontana, infatti, il muco cervicale forma un vero e proprio tappo che chiude il collo dell’utero. Nei giorni fertili la consistenza del muco diventa più fluida, permettendo agli spermatozoi di passare e dirigersi verso l’ovulo per fecondarlo.

Le secrezioni vaginali quindi sono delle perdite che interessano tutte le donne, soprattutto nella loro fase fertile; nonostante ciò, si possono verificare anche anche prima del menarca e dopo la menopausa, seppur raramente.
Se di natura fisiologica, la loro presenza non è indice di malattia né di altri disturbi, ma segnala semplicemente alcuni cambiamenti in atto nel corpo femminile: l’ovulazione, la gravidanza, l’inizio della mestruazione o il suo avvicinarsi. Secrezioni e muco vaginale sono, quindi, dei fluidi corporei naturali nella donna, che, se non sono abbondanti o maleodoranti, e se non sono accompagnati da dolore e fastidi, indicano il buon stato di salute dell’apparato riproduttore femminile.

 

Quando il muco cervicale è fisiologico?

 

In linea generale quando non sono associate a sintomi fastidiosi come prurito, bruciore, arrossamenti, irritazioni, dolore, cattivo odore.

Le perdite vaginali sono fisiologiche quando presentano queste detrminate caratteristiche:

  • Perdite biancastre, lattescenti: sono più frequenti dalla pubertà in poi. In medicina vengono definite leucorrea fisiologica dell’adolescente e indicano che gli ormoni estrogeni sono attivi. Durante i primi cicli mestruali, possono essere molto abbondanti perché in queste fasi il corpo sta assestando i propri livelli ormonali. Con il passare degli anni, si regolarizzano, diventando meno abbondanti.
  • Perdite trasparenti, filamentose, a chiara d’uovo: compaiono a metà ciclo e indicano l’ovulazione, quindi sono tipiche dei giorni fertili.
  • Perdite bianche: sono normalissime anche queste, la differenza è che alcune donne possono riscontrarle “meno trasparenti” di altre. Se le secrezioni sono fluide e gelatinose sono indicano che si è nei giorni fertili. Se invece sono più dense e compatte, sono tipiche dei giorni immediatamente precedenti al flusso mestruale, ma non tutte le donne le hanno in questa fase.
  • Perdite rosa: se compaiono poco prima del ciclo, possono indicare un lieve sbalzo ormonale. A volte possono manifestarsi dopo un rapporto sessuale, in seguito a una penetrazione intensa o a una scarsa lubrificazione vaginale: se il fenomeno è isolato non c’è da preoccuparsi.
  • Perdite marroni o marroncine: di solito compaiono pochi giorni dopo il flusso mestruale abbondante. Il colore scuro è dovuto al fatto che l’emoglobina dei globuli rossi si ossida poiché le perdite fuoriescono lentamente.

 

Quando il muco cervicale è considerate patologico?

 

Quando da bianche e trasparenti variano nel colore, assumendo una colorazione giallognola, verdastra o grigia. Quando diventano maleodoranti e si associano a bruciori, irritazioni, pruriti, arrossamenti e altri fastidi. Di solito sono indice di un’infezione o di un’alterazione dell’ecosistema vaginale (anche la vagina ha una microflora batterica “buona”). A destare sospetti è anche la variazione della consistenza delle perdite, che da omogenea diventa grumosa, schiumogena o più densa del solito.

Ecco un elenco delle perdite vaginali indice di una possibile patologia a carico dei genitali:

  • Perdite giallastre: possono indicare una vaginite, spesso causata da batteri intestinali (come l’Escherichia coli), per via della vicinanza tra la vagina e l’intestino. Le cause sono imputabili alla stitichezza persistente o alla sindrome del colon irritabile: l’infiammazione cronica delle pareti intestinali agevola il passaggio di germi fecali che possono infettare la vagina e la vescica (da qui ha origine anche la cistite).
  • Perdite bianche, dense, grumose, a ricotta: possono indicare un’infezione micotica, come quella da Candida.
  • Perdite bianco-grigiastre, omogenee più o meno abbondanti: possono indicare una vaginosi batterica, cioè un’alterazione del ph vaginale, che rende l’ecosistema vaginale più suscettibile a varie infezioni.
  • Perdite verdastre, schiumogene: possono indicare un’infezione da un parassita, come il Trichomonas vaginalis.
  • Piccole perdite di sangue al di fuori del ciclo: è noto come spotting (dall’inglese “to spot”, macchiare), e può essere dovuto a irregolare sfaldamento dell’endometrio. A volte compare durante l’assunzione della pillola contraccettiva, fatto che deve essere sempre rivolto all’attenzione del ginecologo (quest’ultimo potrebbe valutare la prescrizione di un’altra pillola).
  • Perdite marroni: indicano a volte anche disfunzioni pelviche perché l utero non si contrae in maniera armonica.
  • Perdite rosate, rosse o scure: se a metà ciclo o fuori dal flusso mestruale vero e proprio devono essere considerate con attenzione dal medico, per indagarne la causa.

È importante sottolineare che le secrezioni vaginali alterate non passano da sole, anche quando non associate a sintomi fastidiosi come bruciori, rossori e irritazioni varie. Non sempre sono necessari farmaci, ma può essere sufficiente il cambio del detergente intimo, che l’ostetrica saprà consigliare in base al pH vaginale.

È sconsigliato il fai-da-te attraverso pomate, lavande o ovuli generici perché potrebbero cronicizzare il problema, occultando la vera origine della secrezione anomala.

 

Quando rivolgersi ad un’ostrica?

 

Il fenomeno delle perdite vaginali molto spesso è un disturbo che non ottiene le giuste attenzioni da parte delle donne che ne soffrono perchè ne sottovalutano la portata o provano imbarazzo a parlarne con la propria ostetrica, invece può essere determinante rivolgersi ad essa ogni qualvolta si osservino secrezioni anomale:

  • quando le perdite vaginali sono troppo abbondanti,
  • quando le perdite vaginali sono frequenti e non compaiono nelle fasi in cui dovrebbero normalmente verificarsi,
  • quando le perdite vaginali non sono asintomatiche,
  • quando le perdite vaginali sono maleodoranti,
  • quando sono di un colore diverso dal bianco latte.

 

Gli esami e le visite mediche consigliate

 

In genere, il primo esame utile per scoprire le cause delle perdite vaginali è la valutazione pelvica ed eventualmente l’ecografia, attraverso cui sarà possibile osservare utero e cervice uterina per scoprire possibili infiammazioni, cisti o lesioni precancerose.
Attraverso il tampone vaginale, invece, verrà individuata la presenza di infezioni vaginali e sarà possibile identificare il batterio responsabile.

 

Teresa Mastrota, Ostetrica dal 2012, ha intrapreso da subito l’attività di libero professionista operando a sostegno del benessere femminile dalla pubertà alla menopausa, delle famiglie con assistenza a gravidanze fisiologiche, travagli, puerperi e del neonato fino al primo anno di vita in tutto il territorio calabrese. Dal 2016 si è specializzata in rieducazione e riabilitazione perineale presso l’università Luigi Vanvitelli di Napoli.