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Cos’è la fibromialgia e come si cura?

La fibromialgia, chiamata anche sindrome fibromialgica, è la causa principale di sindrome dolorosa diffusa, una condizione di tipo cronico associata a molti altri sintomi. Al momento della visita, il dolore si acuisce se viene esercitata della pressione su punti specifici e può anche rendere difficoltosi i movimenti di chi ne soffre.

La fibromialgia è una malattia che colpisce tra il 2 e il 4% della popolazione. La maggioranza delle persone che ne soffrono sono donne con un’età compresa tra i 40 e i 50 anni. Chi è affetto da questa patologia ottiene risultati negativi ai test diagnostici e strumentali proposti dallo specialista per indagare sull’origine del dolore aumentando la frustrazione della ricerca di una diagnosi.

Non si conoscono ancora le cause del manifestarsi della fibromialgia. Al momento gli esperti ritengono che possa insorgere a causa di una concomitanza di fattori genetici, infettivi, ormonali e anche in seguito a traumi fisici e psicologici.

 

Come si manifesta?

 

Il sintomo principale della fibromialgia è il dolore diffuso in tutto il corpo, che però può essere associato ad altri sintomi come astenia, riposo notturno insoddisfacente, cefalea più spesso con caratteristiche tensive, disturbi intestinali come da sindrome dell’intestino irritabile (stitichezza alternata a diarrea), difficoltà di concentrazione e sensazione di mani e piedi gonfi. Al manifestarsi di questa sintomatologia, chi ne soffre se sottoposto a un’indagine medica non riporta danni ad articolazioni, muscoli o organi.

La fibromialgia può comparire in modo graduale, peggiorando con il passare del tempo, oppure può insorgere dopo un evento scatenante, come possono essere un trauma fisico, un’infezione o uno stress psicologico. Affinché lo specialista possa diagnosticare la fibromialgia dovrà prima accertarsi che i sintomi non siano associati ad altre patologie, anche attraverso degli esami del sangue che valutino il quadro autoimmune. La difficoltà nell’individuazione di una causa per questi sintomi può associarsi e peggiorare ansia e depressione, disturbi che a loro volta possono contribuire al peggioramento del dolore cronico.

Vediamo tutti i sintomi primari e secondari, sia di tipo muscoloscheletrico che neurologico, neurovegetativo collegati con la fibromialgia:
Dolori diffusi acuti e brucianti, simili a trafitture, oppure dolore profondo e continuo, o un’alternanza di entrambe le forme di sofferenza per almeno tre mesi continuativi. Le aree interessate sono tutti i quadranti del corpo;

  • Dolore osseo che coinvolga almeno una delle seguenti aree dell’apparato scheletrico: vertebre cervicali, vertebre dorsali o lombo-sacrali, torace anteriore;
  • Dolore alla palpazione in almeno 11 delle aree chiamate “tender points”, 18 punti situati in tutti i distretti del corpo secondo una mappatura che coincide con gli snodi energetici che vengono stimolati nell’agopuntura, dalla testa fino ai piedi. In genere la malattia “accende” i diversi tender points con andamento progressivo, iniziando da un quadrante per poi “illuminarli” tutti, o quasi;
  • Crampi;
  • Rigidità articolare al mattino;
  • Gonfiore articolare di natura non infiammatoria;
  • Sensazione di gonfiore al mattino a carico di viso e mani, e spesso agli occhi (condizione non sempre visibile dall’esterno);
  • Fitte intercostali;
  • Nevralgie (tra cui sciatica e trigemino);
  • Senso di profonda spossatezza (stanchezza cronica);
  • Cefalee;
  • Parestesie (sensazione di torpore o formicolio lungo gli arti);
  • Dolore mestruale (dismenorrea);
  • Mastodinia (dolore al seno);
  • Anomalie del sonno talvolta accompagnate dalla sindrome delle gambe senza riposo, un disturbo neurologico che si manifesta di notte con spasmi e necessità di muovere in continuazione le gambe, e da apnee notturne;
  • Sindrome dell’intestino irritabile;
  • Sensibilità o intolleranza al glutine;
  • Cistite interstiziale (infiammazione della vescica di origine non infettiva) e in generale disturbi urinari e dolore durante la minzione (disuria);
  • Dolore pelvico;
  • Senso di stordimento, talvolta nausea o capogiri;
  • Nebbia cognitiva. È così definito un sintomo neurologico della sindrome fibromialgica che interessa le capacità neurocognitive e che implica difficoltà di concentrazione, confusione mentale e deficit mnemonici;
  • Depressione. Non di rado collegata con l’impossibilità di comunicare il proprio malessere nella convinzione di non essere creduti. Purtroppo, di fatto, accade spesso che il malato di fibromialgia venga preso per ipocondriaco o “lagnoso”;
  • Dolore temporo-mandibolare sovente scambiato per mal di denti;
  • Secchezza di occhi e bocca (sindrome dell’occhio secco e secchezza della fauci).

Per quanto riguarda l’età media di insorgenza dei primi sintomi di fibromialgia, si situa intorno ai 35 anni (con la comparsa di dolori generalizzati anche a riposo, irritabilità e stanchezza), per poi aggravarsi tra i 45 e 55 anni di età circa.

 

Come si cura la fibromialgia?

 

Al momento non esiste una terapia risolutiva per la fibromialgia. Le cure che lo specialista può valutare di prescrivere servono a tenere sotto controllo il dolore e gli altri sintomi correlati. Ad esempio dopo un’analisi del quadro clinico il medico potrebbe proporre una terapia a base di farmaci che regolano l’attività dei neurotrasmettitori, ovvero quelle sostanze che controllano la percezione del dolore nel sistema nervoso centrale.

Anche tramite la cura della propria alimentazione è possibile intervenire sull’intensità dei dolori causati dalla fibromialgia: in particolare è stato riscontrato che il calo di peso attraverso una maggiore attività fisica migliora nettamente i sintomi. Ad esempio, sono consigliati tutti i cibi freschi che contengano antiossidanti e fibre, in particolare frutta (sia fresca che secca) e verdura (ad eccezione di quelli che contengono solanina, tra cui pomodori, melanzane e patate), olio extravergine d’oliva, pesce, cereali integrali, germogli, erbe aromatiche quali salvia, alloro, rosmarino, basilico e spezie tra cui la curcuma e lo zenzero. Sempre allo scopo di attenuare i disturbi sono sconsigliate o da limitare fortemente le bevande alcoliche, l’eccesso di zuccheri raffinati e i carboidrati con glutine, sale, latticini, e grassi saturi e trans. Inoltre, si è osservato che molti soggetti fibromialgici tendono ad ingrassare, spesso per disordini metabolici e/o endocrini. Per questo è importante cercare di smaltire i chili di troppo, che accentuano i sintomi, e mantenere il peso forma.

Un cambiamento dello stile di vita che risulti in una riduzione dello stress psicologico, che come abbiamo visto può essere anche la causa dell’insorgere di questa patologia, è tra i fattori da prendere in considerazione per alleviare i sintomi della fibromialgia. In molti casi è necessario utilizzare farmaci anti-depressivi o stabilizzatori dell’umore.

È comunque consigliabile che la persona affetta da sindrome fibromialgica si sottoponga a controlli con lo specialista, in questo caso un reumatologo, in modo da ricevere informazioni aggiornate sulla malattia, e al fine di impostare un programma educativo che aiuti il paziente a gestire il dolore e lo stress, così da poter vivere questa condizione con maggiore serenità.

 

 

 

 

Fonti: humanitas salute