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Le ghiandole di Bartolini: di cosa stiamo parlando, quali sono le loro funzioni e a che disturbi sono soggette?

L e ghiandole di Bartolini sono tra le parti del sistema riproduttivo femminile meno conosciute ed è bene fare una piccola analisi per capire di cosa si sta parlando, nell’effettivo, quali siano le loro funzioni e, soprattutto, a che disturbi sono soggette e come prevenire e curare. Le ghiandole di Bartolini sono due piccole ghiandole, di forma ovale o rotonda, dell’apparato genitale femminile esterno, definite come ghiandole vestibolari maggiori esterne proprio per distinguerle dalle altre tipologie che si ritrovano nella parete del vestibolo vaginale.
Sono situate nella zona all’estremità inferiore delle grandi labbra e hanno la particolarità di risultare simmetriche e una su ciascun lato.
Sono tendenzialmente piccole( è raro che superino il centimetro di diametro, generalmente si mantengono sui 15 millimetri e i 5 gr di peso) e, in condizioni ottimali e di buona salute, non palpabili. Esse sono “unite” alla superficie della vulva attraverso dei canali escretori di nemmeno 2 cm che si aprono ai lati dell’orifizio vaginale e si chiamano Dotti di Bartolini.

 

A cosa servono queste due piccoline?

 

In pratica sono due piccole gocce “nascoste e riservate”, ma quali sono le loro funzioni? Durante l’orgasmo femminile, in concomitanza con l’intervento di alcuni muscoli vaginali, producono una data quantità di liquido, vischioso e trasparente, importante per la lubrificazione vaginale. Una funzione, la loro, strettamente legata all’attività sessuale, quindi.
Le ghiandole di Bartolini modificano la loro struttura con l’età. Nelle ragazze giovani,esse si presentano come piccole e non sono ancora funzionanti; nelle donne adulte e sessualmente attive raggiungono il loro massimo volume e funzionalità. Queste due ghiandole vanno incontro a una progressiva regressione e, con l’avvento della menopausa, vanno incontro ad atrofia.

 

 

credit. Cistite.info

 

 

 

Disturbi associati, cure e prevenzione

 

Le ghiandole di Bartolini possono essere coinvolte in determinate problematiche comuni nelle donne in età riproduttiva, in particolare tra i 20 ed i 30 anni, e possono portare a gravi infezioni e processi neoplastici. Generalmente è importante mantenere una corretta igiene intima, avere rapporti sessuali protetti e ricorrere a consulti medici e/o ginecologici quando si notano noduli ed infiammazioni nell’area genitale. L’obiettivo dell’eventuale trattamento è quello di preservare, quando possibile, la ghiandola e la sua funzione. Le patologie che possono interessare le ghiandole di Bartolini richiedono una tempestiva valutazione ginecologica al fine di effettuare un corretto e oculato quadro diagnostico e poter indicare il trattamento più adeguato al caso. Per quanto piccole e nascoste, esse sono estremamente sensibili.
Le ghiandole sono spesso interessate da importanti processi infiammatori, la cosiddetta Bartolinite e in questo caso, le ghiandole aumentano di volume diventando doloranti, o potrebbero infettarsi e nell’eventualità in cui si dovessero ostruire i canali di fuoriuscita del liquido lubrificante si potrebbero formare cisti, le cisti di Bartolini, che, per lungo tempo possono si rimanere asintomatiche e non creare disturbi o problemi, ma nel caso in cui si dovessero infettare, tali cisti, che si formano più frequentemente di quanto si possa immaginare, si evolverebbero in ascessi di un certo grado di pericolosità.

La Bartolinite può facilmente essere curata dal medico. Alcune volte, in determinati casi,si può anche andare incontro a una patologia descritta come carcinoma primitivo della ghiandola di Bartolino, che rappresenta il 5% circa delle neoplasie vulvari. Questo tumore, che colpisce generalmente le donne anziane, è solido e infiltrante, e può raggiungere un volume di 7 cm. I segni clinici, come ulcere e dolore, compaiono tardivamente. Ma andiamo per ordine e nello specifico, come riconoscere ogni patologia punto per punto ricordando sempre che una valutazione ginecologica è sempre il primo passo per la prevenzione e la tutela della nostra salute.

 

Bartolinite

 

La bartolinite, come abbiamo già detto, è un’infiammazione che può interessare una sola o entrambe le ghiandole di Bartolini ed è associata a dolore acuto, arrossamento e tensione della cute sovrastante e prurito. La bartolinite è causata da un’infezione, la vaginite, e da scarse condizioni igieniche, rapporti sessuali non protetti, l’impossibilità di lavarsi per lungo tempo e l’uso eccessivo di biancheria intima sintetica o di indumenti attillati o costringenti. L’infiammazione semplice può essere transitoria e si risolve nel giro di 3-5 giorni. In diversi casi, tuttavia, il processo patologico può dare luogo alla formazione di una cisti.
Una volta accertato che si tratta di bartolinite, pertanto, il medico può prescrivere una cura di tipo farmacologico a base di antinfiammatori e prodotti antibiotici, sia per via orale e come pomate cutanee . Nell’eventualità assai rara in cui dovesse presentarsi due o tre volte nel corso di un anno è consigliata la rimozione chirurgica delle ghiandole coinvolte.

 

Cisti

 

Le cisti di Bartolini si formano quando il dotto, la cui funzione è quella di secernere il liquido lubrificante durante i rapporti sessuali, si ostruisce. Le cisti di piccole dimensioni rimangono asintomatiche senza creare disturbi o problemi di determinata entità. Nell’eventualità in cui le cisti dovessero rigonfiarsi e infettarsi, si creerebbero ascessi molto dolorosi. Le cause generali che portano alla formazione di queste cisti sono, nello specifico, poco conosciute. Le infezioni sessualmente trasmissibili, come si è soliti pensare, non sono la sole da prendere in esame. Importante è la diagnosi che vaglia i sintomi e s un esame fisico della zona interessata. Ma, nelle pazienti ultraquarantenni, è raccomandata anche una biopsia in modo da poter escludere il tumori.

Quindi, in alcuni casi, queste cisti possono infettarsi a causa dell’azione patogena di batteri quali:
1)escherichia coli ;
2)clamidia ;
3)gonorrea ;
4)altri patogeni di infezioni a trasmissione sessuale .

Se le cisti sono colpite da un processo infettivo, inoltre, si possono manifestare dolore molto intenso e febbre alta. Uno dei metodi più considerati in caso di cisti asintomatiche è il drenaggio, preferibilmente effettuato con l’inserimento di un catetere. In alcuni casi può invece rendersi necessario l’utilizzo di una pratica chirurgica nota come marsupializzazione, in cui la cisti viene incisa e le sue pareti vengono esteriorizzate in modo che il liquido non possa ristagnare all’interno, o, nel caso in cui il problema persista, si ricorre alla rimozione completa della ghiandola. La formazione di cisti di Bartolini affligge circa il 2% delle donne almeno una volta nella propria vita, generalmente negli anni di fertilità.

 

 

 

Tumori

 

I tumori della vulva originano raramente nelle ghiandole del Bartolini la prevenzione viene prima di tutto. Generalmente, il carcinoma primitivo insorge nelle donne in post-menopausa, ma la patologia tumorale delle ghiandole del Bartolini può manifestarsi nelle giovani, essendo correlata, talvolta, all’infezione da papilloma virus. Il tumore delle ghiandole del Bartolini si presentacome una neoformazione vulvare palpabile irregolare, nodulare e persistentemente indurita. Tardivamente, compaiono segni clinici come escoriazioni, dolore e prurito. La lesione può diventare necrotica o ulcerata, causando a volte sanguinamento o secrezioni vaginali acquose.
Considerato che le ghiandole del Bartolini vanno incontro a un’involuzione nelle donne in menopausa o in peri-menopausa, la comparsa di una massa vulvare rende necessaria la biopsia per escludere la presenza di un processo maligno.

 

Prevenzione in generale

 

La prima e più importante regola di prevenzione delle infiammazioni e delle cisti delle ghiandole di Bartolini è il mantenimento di una buona igiene genitale: pertanto, occorre fare attenzione a un’accurata e quotidiana pulizia locale e, soprattutto in estate, cambiare frequentemente la biancheria intima.
Un’altra buona abitudine per ridurre il rischio di incorrere in infezioni genitali, è evitare l’abuso di assorbenti e salvaslip per l’intero arco della giornata, se non necessario, poiché non permettono la corretta traspirazione cutanea. Per lo stesso motivo, è sconsigliato l’uso di indumenti sintetici e biancheria particolarmente stretta: lo sfregamento continuo del tessuto sulla pelle può dare origine a irritazioni a livello locale.
Praticare sesso sicuro, utilizzando, in particolare, un preservativo ogni volta che si hanno rapporti, può contribuire a ridurre le probabilità di sviluppare l’infezione di una cisti e la formazione di un ascesso delle ghiandole di Bartolini.

 

Il mio nome è Maria Rita Genovese e sono un’ostetrica. Dopo aver concluso gli studi universitari, ho intrapreso l’attività portando le mie competenze sul territorio, frequentando un Master di primo livello in Ostetricia di Comunità. Da anni mi occupo di accompagnare e seguire le donne che si accingono a intraprendere una gravidanza con consulenze, corsi di accompagnamento alla nascita personalizzati, assistenza al travaglio, post partum e puerperio, fornendo loro sostegno e protezione e attivando interventi di promozione dell’allattamento al seno, il tutto senza tralasciare l’importanza dell’attività fisica svolta in acqua e in palestra, con corsi rivolti sia alle mamme che ai bebè. Accompagno le donne nell’importante percorso di prevenzione della loro salute, mi occupo del trattamento delle principali patologie della sfera genitale femminile. Sono esperta in riabilitazione e rieducazione del pavimento pelvico, con particolare focus sulla sfera della gravidanza-età fertile-adulta.