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In arrivo la quinta edizione di AGHIA SOPHIA FEST 5 – PERDERE IL CONTROLLO 27/28 GIUGNO 2025 – BOCS ART – COSENZA VECCHIA

V enerdì 27 e sabato 28 giugno prossimi, nella splendida cornice naturalistica dell’Area 3 dei Bocs Art di Cosenza Vecchia, lungo le sponde del Crati, si terrà la quinta edizione di Aghia Sophia Fest. Un festival multidisciplinare che si propone di far dialogare virtuosamente tra loro diverse forme di espressione artistica, valorizzando luoghi abitualmente poco conosciuti e frequentati.
Il tema che gli organizzatori hanno scelto per questa nuova edizione è la “perdita del controllo”, intesa tanto come sottrazione al violento potere costituito quanto come libera e creativa espressione di sé.

 

“Perdere il controllo per hackerare noi stessi, le nostre inibizioni, i valori tatuati sui nostri corpi. Perdere il controllo per liberare le nostre più recondite, sordide e inconfessabili pulsioni. Perdere il controllo per sottrarci alla macchina del Capitale che ci tritura ogni giorno. Perdere il controllo per smettere i panni, sabotare i ruoli, abbandonare i generi. Perdere il controllo per andare oltre, rimanendo con i piedi ben saldi per terra. Perdere il controllo perché fare festa insieme è l’unica strategia buona per sentirci ancora vivǝ”.

 

 

Due giornate ricche di eventi, dibatti e riflessioni, accompagnate da musica, stand-up comedy, laboratori

che trovano espressione da venerdì 27 giugno, nella poesia musicata del compianto Salvatore “Uccello” Iaccino, grazie all’impegno di Silvio Stellato e Giuseppe Bottino, nelle letture liberatorie proposte dalla Libreria Juna, nel talk con Dario Alì e Maria Cristina Caruso attorno al pericoloso concetto di “contronatura” e, ancora, nella stand-up comedy, in salsa queer, di Simonetta Musitano, per terminare, in prima serata, con momenti artistici e musicali dedicati esplicitamente alla figura del maestro Franco Battiato. Dal progetto audiovisivo “Radio Varsavia”, frutto dell’estro di Fabio Nirta coadiuvato da Rino Caccamo, a “Come un cammello in una grondaia”, un music show rutilante dove diversi artisti (solisti e band) reinterpreteranno i pezzi del maestro secondo la loro sensibilità, con la goliardica conduzione del duo Bonzo&Belmonte. Tra gli artisti che si esibiranno, Federico Cimini, Cassidy, Al the Coordinator, Anafem, Reevocati, Laripa, Ernesto Orrico & Massimo Garritano, Altea, Bassoprofilo e Plastic Farm Animals. La lunga giornata si chiuderà con un’emozionante osservazione delle stelle, poeticamente dedicata al compianto Franco Piperno, e guidata da Angelo Mendicelli.

La seconda giornata di festival,  sabato 28 giugno, proseguirà con il labirinto ludico di Crescimondo, con il talk in compagnia del collettivo Ippolita e di Marco Philopat di Agenzia X, dedicato alle sottoculture e all’”hacking del sé”, per passare allo show inedito della scrittrice e podcaster Dueditanelcuore e catapultarci nella danzereccia e frenetica serata musicale in compagnia di Bassoprofilo e di AURORO BOREALO, per un live esplosivo e in esclusiva per il Sud Italia. Come sempre la serata si chiuderà in musica, con le note suonate da Discoduedita.

Inoltre, per tutta la durata del festival, verrà allestita una mostra dedicata all’arte di David Lynch e una all’inestimabile lavoro di Franco Basaglia. In più, area food capitanata da La Terra di Piero, area drink con i vini de Le Quattro Volte (e tanto altro), area relax immersi nel verde, a due passi dal fiume.

 

Ma chi sono quindi i protagonisti di AGHIA SOPHIA FEST 5? Vi Presentiamo Denise D’Angellili in arte Dueditanelcuore

 

 

 

 

Abbiamo intervistato Denise D’Angellili, meglio conosciuta come Dueditanelcuore, millennial, romana, ansiosa. Da più di 10 anni si occupa di comunicazione digitale e sul suo profilo instagram parla soprattutto di musica, femminismo (coatto), salute mentale e sport. Conduce due podcast: F*ckin millennial, che è diventato anche uno spettacolo e che cerca di sdrammatizzare la condizione di una generazione sfasciata e Spalti, che parla di sport – soprattutto femminile.

 

 F*ckin millennial è un podcast ideato e prodotto da te, indaga appunto la vita dei millennial (ovvero la generazione composta da persone nate tra l’inizio degli anni ottanta e la metà degli anni novanta) e di come questi vivano le relazioni, il lavoro, il burnout, l’ansia, la sopravvivenza in una società in cui precariato e performance sono gli unici punti fermi. Tramite questo lavoro che idea ti sei fatta della società in generale e cosa ti ha colpito maggiormente?

 

<<Ho – purtroppo – confermato l’idea che già avevo: siamo una generazione senza tutele e lasciata completamente allo sbando. Mi sembra che siamo in un limbo sotto qualunque aspetto: troppo giovani per raggiungere posizioni di potere ed essere considerate adulte, troppo vecchie per accettare stage gratis. Troppo online per essere considerate interessanti ma troppo poco abituate a internet, che è arrivato nelle nostre vite in maniera improvvisa e ce lo siamo dovuto studiare da sole. Il mondo è cambiato velocemente e così anche il linguaggio e la sensibilità, molte persone millennial hanno dovuto ricostruirsi da zero per cercare di diventare delle persone migliori e di scardinare degli standard che ci hanno messo in testa da giovani: abbiamo smesso di usare determinati termini, abbiamo imparato che la salute mentale è necessaria e che se ne può parlare apertamente, abbiamo imparato cosa sia il consenso. E abbiamo già vissuto tre crisi economiche, che non mi sembrano poche. Dateci tregua>>.

 

In una puntata del podcast affronti l’argomento mito della giovinezza, tra filler, beauty standard brain rot, instagram face, ozempic, h3roin chic, body horror, botox, e fai notare come l’uso dei social abbia totalmente alterato la percezione dei corpi, tanto da non riconoscerli e validarli più nella realtà. Puoi dirci di più?

 

<<Mi sembra che con l’arrivo prepotente del fenomeno della body positivity, esploso anche grazie ai social in questi anni, si sia radicata quest’idea a mio avviso sbagliatissima che gli standard siano cambiati e che ora includano qualunque tipo di corpo. Sicuramente, rispetto a quando siamo cresciute noi millennial, c’è più varietà, ma il fatto che la moda stia riproponendo gli stessi corpi che abbiamo avuto davanti agli occhi crescendo è un dato di fatto. E soprattutto ora l’attenzione si è spostata sui nostri visi: ok va bene tieniti la cellulite ma non ti azzardare ad avere le rughe. Le nuove generazioni spesso non riconoscono un viso naturale perché sono abituate alla “instagram face”, e questo fa sì che il naturale sembri sbagliato e il ritoccato sia naturale. Invecchiare è un privilegio, forse ce lo dimentichiamo troppo spesso>>.

 

Aghia Sophia Fest 5 presenterai la tua prima comedy show, tratta dal podcast F*ckin millennial, come si svolgerà? Cosa avrà di diverso?

 

<<Durante F*ckin Millennial show non sarò sola, o meglio: lo sarò fisicamente sul palco, ma le voci saranno diverse. Ogni capitolo dello show corrisponde al capitolo di un libro, è dalle parole di alcune scrittrici che partiranno, poi, le mie riflessioni. Quindi è metà reading e metà monologo. Spero che faccia sia ridere che riflettere>>.

 

Sei anche una sportiva e hai ideato un altro podcast che conduci insieme ad Arianna Galati, Spalti – lo sport dai bordi, dove riflettete su quanto le atlete siano ancora sottorappresentate nello sport (come se per loro fosse solo un gioco e non una professione) e su come – anche in questo ambito – il corpo femminile sia costantemente sotto giudizio. Puoi dirci di più?

 

<< Io e Arianna abbiamo molte cose in comune: entrambe ci guadagniamo da vivere (anche) scrivendo ed entrambe frequentiamo il mondo sportivo sia come appassionate che come sportive. Nei mesi scorsi ci siamo ritrovate spesso a parlare di sport: io ho ricominciato a correre e a nuotare dopo vent’anni di stop anche grazie a lei, mi raccontava dei suoi allenamenti in acqua e ho capito che mi mancava tantissimo nuotare. Sono stata una triathleta professionista fino ai 16 anni, poi lo sport ho sì continuato a seguirlo, ma di farlo non ne ho più voluto sapere. Ci siamo accorte che trattavamo sempre gli stessi argomenti: quello delle atlete ancora sotto rappresentate, perché ancora si pensa che gli uomini siano professionisti e le donne lo facciano come hobby, e quello dei corpi “atletici”: nessuna di noi due ha un corpo canonicamente sportivo, eppure facciamo sport. E poi le donne vengono pagate meno, anche quando raggiungono successi importanti e quindi fama. Noi cerchiamo, nel nostro piccolo, di cambiare la narrazione: raccontiamo le loro storie, mischiate con le nostre, e speriamo che possa essere un punto di partenza per parlare di sport in maniera più equa, soprattutto sui media>>.

 

Progetti futuri? Se potessi davvero scegliere che vorresti fare e chi vorresti essere?

 

<< Sto per cambiare – di nuovo – completamente la mia vita. L’ho già fatto altre volte, ma stavolta cambierò praticamente quasi tutto. Per il momento vorrei poter trovare una stabilità, emotiva ed economica, e poter continuare a raccontare tutto quello che mi va di raccontare. Poi oh: se qualcuno ha dei soldi da investire, io un progetto su un centro sportivo economicamente accessibile a chiunque ce l’ho. Chiamatemi!>>

 

 

Giornalista ed imprenditrice, esperta in tematiche riguardanti gli stereotipi di genere nella medicina. Titolare del centro Io Calabria e Direttrice di Io Calabria Magazine